Art • Capri & De Chirico 1930 / 1970 • Anacapri (Napoli) – 3 / 20 July 2010 Giorgio De Chirico

Domenica 4 luglio 2010 | 00:00
Art • Capri & De Chirico 1930 / 1970 • Anacapri (Napoli) – 3 / 20 July 2010 Giorgio De Chirico

Capri rende omaggio a uno dei più grandi maestri del Novecento, Giorgio De Chirico.

La mostra, inaugura la sede estiva della Galleria Studio, raccoglie oltre 30 opere tra olii, pastelli disegni e litografie che ripercorrono gli ultimi 40 anni della produzione dell'artista, consentendo così di approfondire più di un aspetto dell'arte del maestro, sempre orientata all'interesse per la favola e il mito e sempre governata dall'imperativo metafisico: sottrarre le cose al loro aspetto logico, spiazzandole in una sede diversa.

Dalla rappresentazione depurata e spettrale che cerca di cogliere il mistero delle cose, allo spostamento vero e proprio di immagini dalle loro sedi naturali e logiche in luoghi imprevisti, al travestimento anacronistico per mezzo di una materia pittorica di gusto rococò, De Chirico è stato un artista che stupisce e disorienta, un dèpaysagiste, come lo aveva definito Jean Cocteau. E non tradisce mai il suo spirito romantico di lettore appassionato di poemi e di spettatore d'opera.

Intorno agli anni Trenta si fanno frequenti i temi mitologici e gli scorci metafisici come "Piazza d'Italia" (1938). Il tema ormai frequente del mistero è applicato, nelle 10 litografie del testo di Cocteau, "Mythologie", al mare, al fiume, alle cabine con esseri mitologici o borghesi ("Il centauro misterioso", 1934).

Nel 1935 salpò da Genova a New York dove «mi sembrava di essere morto e rinato in un altro pianeta» e alternò la ricerca sperimentale con lo stile neoclassico del 1930. Qui ricevette la notizia della morte della madre; tornato in Italia, espose a Roma, a Milano, a Genova.
Il periodo della guerra 1940-45 lo trascorse tra Firenze e i dintorni di Roma, non tralasciando di dipingere quadri di soggetto realista: soprattutto le 20 litografie dell'"Apocalisse ecco un gran drago" (1940) e iniziando il ciclo dei quadri "barocchi".
Del 1942 è il famoso "Autoritratto nudo seduto", dipinto con l'olio emplastico, forse la pittura più completa che abbia eseguito.
Fra il 1943 e il 1952 si intensificò il rapporto con la scena e dipinse fondali per la Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, l'Opera di Roma.

Il mondo interiore di De Chirico si dipana davanti ai nostri occhi attraverso le fantasmagorie metafisiche delle piazze, dei manichini e degli interni e si scioglie poi nelle nostalgiche visioni delle spiagge dell'antica Grecia popolate di cavalli e figure mitiche.
Nella bella materia pittorica del periodo barocco viene imprigionato l'aspetto surreale del mondo e armato di questa maestria l'artista si abbandona a rievocazioni liriche e mitiche di emozionante livello.
Dopo il periodo "barocco" dai numerosi autoritratti e ritratti, cavalli e soggetti sacri, scene mitologiche, De Chirico visse un nuovo periodo neometafisico: "La solitudine di Oreste" (1968); "Arcobaleno" (1969); "Gli archeologi" (1970) o "Le maschere del teatro greco" (primi anni 70).

• GALLERIA Studio via S. Nicola 4 Orari Tutti i giorni h 11-14 e 18.30-22 biglietti: free admittance



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