I cibi molto elaborati incrementano rischio malattie cardiovascolari e cerebrovascolari

Mercoledì 17 luglio 2019 | 10:31
There are many correlations between ultra-transformed foods and cardiovascular and cerebrovascular diseases

Highly processed foods increase the risk of cardiovascular and cerebrovascular diseases

2019 - British Medical Journal

☀️I cibi molto elaborati incrementano rischio malattie cardiovascolari e cerebrovascolari

Ci sono tante correlazioni tra cibi ultra-trasformati e malattie cardiovascolari e cerebrovascolari

Il consumo di cibi preparati con molti processi industriali è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.


E' quanto emerso da 2 ampi studi, che tuttavia individuano una correlazione e non un rapporto di causa ed effetto

Alimentazione & Medicina

Prodotti da forno, snack, cereali zuccherati, piatti pronti, zuppe disidratate, bevande frizzanti, carne e pesce ricostituiti: tutti questi cibi hanno in comune il fatto di aver subito elaborata trasformazione industriale, che comprende diversi processi tra cui cottura al forno, frittura, idrolisi, idrogenazione, nonché l'uso di uno o più additivi, tra cui conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità, aromi e coloranti.

Secondo una classificazione elaborata dal team del ricercatore brasiliano Carlos Monteiro - che però è ancora materia di discussione - si tratta di cibi ultra-trasformati , che in alcuni Paesi rappresentano il 25-60% di introito calorico delle persone, e sono già stati citati in alcuni lavori per i loro possibili effetti nocivi sulla salute: favorirebbero infatti condizioni fisiche quali: obesità, - ipertensione ed eccesso di colesterolo, fino ad aumentare il rischio di alcuni tipi di tumori.


correlazione tra cibi ultra-trasformati e malattie cardiovascolari
2 ampi studi pubblicati sul “British Medical Journal” hanno documentato una correlazione tra il consumo di cibi ultra -trasformati e il rischio di patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, nonché con il rischio di morte.

Nel 1° studio, Bernard Srour di Université Paris Cité, in Francia, e colleghi hanno verificato la possibile correlazione tra gli alimenti ultra-trasformati e il rischio di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, analizzando i dati di più di 105.000 adulti francesi, per un quinto circa di sesso maschile, con età media di 43 anni. I soggetti coinvolti, seguiti per un massimo di 10 anni, hanno risposto a una serie di questionari sulle proprie abitudini alimentari e in particolare sul consumo di circa 3300 diversi cibi.

Gli autori hanno suddiviso i cibi in 3 categorie in base al grado di elaborazione.
Da analisi dei dati è emerso che un incremento del 10% della proporzione di cibi ultra-trasformati era correlato a un aumento di malattie cardiovascolari nel loro complesso, malattie coronariche e malattie cerebrovascolari del 12, 13 e 11% rispettivamente.
Inoltre, i cibi non trasformati o con una trasformazione minima erano correlati al minor grado di rischi per la salute.

Nel 2° studio, Maira Bes-Rastrollo di Università della Navarra a Pamplona, in Spagna, e colleghi hanno valutato la possibile correlazione tra i cibi ultra-trasformati e il rischio di morte per qualunque causa, analizzando i dati di 19.899 soggetti laureati di età media di 38 anni che hanno risposto a un questionario dietetico di 136 domande.
Anche in questo caso, gli autori hanno suddiviso i cibi in base al grado di trasformazione, e hanno seguito per 10 anni i soggetti coinvolti.

I risultati mostrano che il maggiore consumo di alimenti ultra-trasformati, cioè con più di 4 razioni al giorno, era associato a un incremento del rischio di morte per qualsiasi causa del 62% rispetto al livello di consumo inferiore (meno di 2 razioni al giorno). Per ogni ulteriore razione di cibi ultra-trasformati, il rischio di morte aumentava del 18%.

I dati vanno però valutati con cautela
come sempre in questi casi. La 1a considerazione è che si tratta di correlazioni statistiche, che quindi non stabiliscono di per sé un rapporto di causa ed effetto. Inoltre, è possibile che non siano stati considerati fattori importanti in grado d’influenzare problemi di salute e mortalità.

Tuttavia, come sottolineano in un commento pubblicato sulla stessa rivista Mark Lawrence e Philip Baker della Deakin University a Geelong, in Australia, si stanno accumulando sempre più studi che dimostrano che le caratteristiche chimico-fisiche degli elementi ultra-trasformatii siano nocive per la salute perché cambiano la composizione del microbioma intestinale, disturbando il bilancio energetico dell'organismo.



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