Muddichedda muddichedda . . . nuovo CD di Vincenzo Spampinato /Presentazione e show-case Giovedì 3 giugno 2010 h 19 Polo Tattile Multimediale(via Etnea 602 Catania)Canzoni al buio – piccolo concerto

Venerdì 2 novembre 2012 | 16:39
Muddichedda muddichedda . . . nuovo CD di Vincenzo Spampinato /Presentazione e show-case Giovedì 3 giugno 2010 h 19 Polo Tattile Multimediale(via Etnea 602 Catania)Canzoni al buio – piccolo concerto dei SENSI per guardarsi con l’anima e nell’anima

CATANIA - Musicista, cantautore atipico e originale, mai “personaggio”: perché Vincenzo Spampinato, che da sempre ha privilegiato l’essenza, è persona di cuore e talento nel panorama della musica d’autore italiana.

Con l’arrivo della bella stagione, esce “Muddichedda muddichedda”, il suo nuovo CD interamente in lingua siciliana, che prende il titolo dal brano che ha trionfato all’XI Festival della nuova Canzone Siciliana.

Un itinerario umano e civile, quello tracciato ancora una volta dall’artista catanese in questa sua ultima fatica discografica: 14 canzoni sanguigne, di sole e ombra, sale della sua amata “Madreterra” , per la quale ha scritto l'Inno Regionale.

Un album tutto da “sentire”, verbo che assume un significato particolarmente pregnante, visto il singolare happening musicale di presentazione che ha luogo giovedì 3 giugno h 19 al Polo Tattile Multimediale di Catania.
Vincenzo Spampinato ha infatti concepito il progetto “Canzoni al buio – piccolo concerto dei SENSI”, un unplugged proposto in una sala opportunamente oscurata, dove i vedenti si troveranno nelle stesse condizioni ambientali dei non vedenti.

Tutti accomunati dalle identiche sensazioni, pubblico e musicisti, per guardarsi con l’anima e nell’anima.

Accanto alle sollecitazioni sonore, quelle tattili e olfattive, grazie all’innesto di sapienti effetti (speciali e non).

Macchine del vento, profumi di mandarino e arancio, l’uso del Theremin, primo strumento elettronico (1920) che si suona solo muovendo le mani, macchine della neve e suoni della natura (boati dell’Etna, mare, vento, uccellini).

Un’ ALCHIMIA di stimoli, un cluster avvolgente investirà per circa mezz’ora spettatori ed esecutori, sollecitando a vari livelli sensi e sensibilità.

Il recital proseguirà poi in un contesto regolarmente illuminato.

«I mezzi a disposizione, ma soprattutto il CUORE, ci permetteranno finalmente di “toccare” e “respirare” le canzoni, la musica… Musica in Braille!

Un esperimento che intendo riproporre in altri siti simili.»

Questa la scelta di Spampinato, da sempre impegnato nel sociale.

«La musica - spiega - è per antonomasia l’Arte “cieca”, nel senso nobilissimo dell’accezione: un’Arte che illumina anche chi è costretto a fare a meno di quel preziosissimo elemento che è la luce.»

L’evento organizzato al Polo Tattile Multimediale di Catania è promosso da Provincia di Catania, Comune di S. Maria di Licodia, Telethon, Stamperia Regionale Braille e Lengi.

Ad aprire la presentazione i saluti delle Autorità; accanto al cantautore intervengono Giuseppe Castronovo Unione Italiana Ciechi, il regista / direttore del Teatro Stabile Giuseppe Dipasquale, Maurizio Gibilaro Telethon, la direttrice della Biblioteca regionale Maria Grazia Patanè. Coordina la giornalista Caterina Rita Andò.

Quindi il clou della serata con “Canzoni al buio”: Vincenzo Spampinato canta una selezione di brani tratti dal cd, che insieme a “Muddichedda muddichedda” propone suggestive pagine musicali e poetiche, metà totalmente inedite, metà provenienti dal CD Kokalos.3, ma rimasterizzate e rinvigorite tecnicamente. “Manu granni”, nata da una splendida poesia del compianto poeta palermitano Renzino Barbera, grande amico di Vincenzo. “Sarva la pezza”, presentata nel ’93 al Premio Tenco, suscitando una standing ovation del grande Domenico Modugno: un vero canto di battaglia con esplicito riferimento alla vicenda Fiat di Termini Imerese, aggiornato nel testo rispetto alla prima stesura (“Chiuristi a vita a Termini Imeresi, ti scurdasti tuttu u sangu ca ti resi…” .

E ancora la struggente “Veni cca”, la sua prima canzone in siciliano, scritta nel 1978, una preghiera che ancora oggi, col nuovo arrangiamento, fa venire i brividi. “Quannu nasci lu Signuruzzu”, messaggio natalizio di pace, in una cornice siciliana del secolo scorso, che rievoca l’antica “nuvena”, i “nanareddi” e i mandarini sugli altari. “Chista è la Terra”, esempio di “musica concreta” sulle orme di Cage, Schaeffer, Henry (Tape-music), in cui la voce di Vulcano tuona sul mare “campionato” della Riviera dei Ciclopi.

Un disco emozionante, con tutto il calore e il colore del Mediterraneo, dove trovano posto anche classici come “Vitti ‘na crozza” e “Vui durmiti ancora”, passando per “Jè a Terra mia” (divenuto ormai l’inno di Acireale), “Pippu Pirnacchiu” (dedicato a un dolcissimo personaggio catanese), l’ironica “Chi nni sai”, la toccante “Ci ni voli tempu”, la brevissima ma esaustiva “Vacci lisciu”, “Aspittamu u ventu” eseguita con l'Orchestra dei Rondò Veneziano.


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