District Budget 2009 Italian • lost opportunities • Must be innovative to develop business • 2010 / 2014 New Model District • more foreign exchange

Lunedì 5 aprile 2010 | 00:00
District Budget 2009 Italian • lost opportunities • Must be innovative to develop business • 2010 / 2014 New Model District • more foreign exchange

- Il servizio Studi di Intesa Sanpaolo ha diffuso un’indagine sui 104 Distretti Italiani eseguita sull’indicatore più significativo, cioè il business realizzato all’estero.
In generale, a livello nazionale in 2 anni il giro d’affari perso è stato pari a 15,5 miliardi, all’incirca 1/5 del valore pre-crisi, 14,5 dei quali nel solo 2009.

I distretti che nel 2009 hanno incrementato l’export rispetto all’anno precedente sono appena 6, di cui 5 appartenenti al comparto AGROALIMENTARE e, fra questi, quello del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Il quale non ha un volume di vendita fra i più grandi, circa 250 milioni, ma che finora è parso attraversare indenne le secche del mercato facendo addirittura segnare un +5,4% rispetto alle esportazioni del 2008.

Slow down and falling behind DISTRICTS

Per tutti gli altri il calo è a doppia cifra, con cadute in senso relativo più marcate per il distretto del Tessile di TREVISO (-42,2% la maglieria esterna, -30,8% l’abbigliamento), per il vetro artistico di MURANO (-25,6%), per la termomeccanica di VERONA (-29,5%), e, sempre nell’area scaligera, il marmo e granito (-25,7%) e la grafica (-26,8%).

Analizzando i distretti che generano fatturati al di sopra del miliardo, vanno evidenziate flessioni dell’export per l’occhialeria di BELLUNO (-13,5%), i mobili della marca trevigiana orientale (-16%), la Concia di Arzignano (-15,9%) e l’oreficeria di VICENZA (-26,2%).

Quality always triumphs
Ma, a fine 2009 ha segnato un rallentamento della caduta, questo lo si deve soprattutto ai distretti che maggiormente lavorano prodotti di Qualità, 1° fra tutti la calzatura della Riviera del Brenta che, fra ottobre e dicembre del 2009, ha visto riprendere (+62,5%) le vendite all’estero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Caso raro ma armonizzato, nel panorama italiano, con fenomeni analoghi legati ad articoli con alto valore aggiunto.

Per Fabrizio Guelpa, economista fra i curatori della ricerca, l’avvio di un percorso di risalita delle esportazioni dei distretti verso i livelli di 2 anni fa è percepibile ma di certo lento e condizionato da una serie di trasformazioni obbligatorie.
«Con questo trend i valori del 2007 non potranno essere recuperati indicativamente prima del 2015 ma a quella data avremo uno scenario profondamente cambiato ».

Le aziende, in sostanza, difficilmente potranno sopportare di vivere per 5 anni con un fatturato estero al di sotto delle performance precedenti e quindi dovranno cercare NUOVI MERCATI e potenziare l’attenzione su aree del mondo più rapide nell’uscire dalla crisi.
Fra queste vi sono in primo luogo la CINA ed il Far East & China, Paesi come India, Israele, TURCHIA, Libia, Marocco o TUNISIA.

Tutte destinazioni «lontane» sia in senso geografico che culturale e che richiedono perciò una MIGLIORE strutturazione delle aziende esportatrici.
«Urgente - spiega Guelpa - intraprendere un percorso che porti ad un ingrandimento della dimensione aziendale.
Realtà con 10 dipendenti non possono muoversi tranquillamente al di fuori della UNIONE EUROPEA e, se proprio non si riesce a portare a compimento processi di fusione, almeno si utilizzino sistemi di aggregazione come reti di imprese.
Fra 5 ANNI avremo dunque DISTRETTI con aziende meno numerose ma più grandi».








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