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Giovedì 10 giugno 2010 | 00:00
Lo specchio di Monicelli e Italia Anno Zero

Il cinema, si sa, è un’ottima bilancia misura tempi.

Attraverso le immagini cinematografiche non è solo il sogno a diventare realtà, bensì i cambiamenti di Generazioni e Culture.

Oggi, compresi i cinepanettoni, il quadro del cinema italiano ha molto perso in termini di cultura e di quella popolarità tutta made in Italy che invece rappresenta il fiore all’occhiello del cinema degli anni 70’ e 80’. E’ lo stesso Cinema Felliniano, con quei personaggi tra il bizzarro e il realismo più vero, quelli che hanno dato l’anima ai racconti che avevano una trama, non solo belle attrici protagoniste.

Ad esempio come dimenticare Ladri di biciclette film di Vittorio De Sica del 1948, e soprattutto gli occhi del bambino, Bruno il figlio di Antonio, che assiste alle peripezie del padre nel tentativo disperato di ritrovare la bicicletta rubata.

Gli occhi del piccolo Bruno si fanno gli occhi di chi, ieri come oggi, malgrado l’impossibilità di combattere con i propri mezzi – Bruno infatti è solo un bambino – è costretto ad assistere precocemente all’ingiustizia terrena che colpisce i più deboli di spirito e di mezzi.

Si è tanto parlato di produzione cinematografica neorealistica, una “post-nouvelle vague” concettualmente più viva e operante sugli attori e gli spazi e non sulle macchine: è questo l’inizio del realismo che si fa vero perché investe i sentimenti della gente del popolo, quella frustrata, umiliata, desolata e sconfitta, senza giri di parole, si tratta della povera gente.

Ad essere protagonisti del cinema italiano del tempo sono infatti i sentimenti traditi, la rabbia così come dell’acquisizione di una coscienza che permette di accettare il ruolo di perdenti, in una società dove a vincere sono per forza di cose “quelli” del ceto abbiente. Così lo spaccato più evidente che viene illustrato con grande semplicità e crudezza è quello nord-sud, in vita ancora oggi nel cinema italiano ma con risvolti molto meno realistici e convincenti.

Così da De Sica si passa a Monicelli e il suo Romanzo popolare, quello che oggi verrebbe definito un caso cinematografico e per diverse ragioni. Film del 1974 presenta tutti gli ingredienti salienti della Cultura Italiana del tempo:
il boom economico, la fabbrica inteso come “il” luogo di lavoro dei più,
la lotta dei dipendenti e dei sindacalisti in piazza,
la rivoluzione sessuale e il cambiamento sociale del ruolo della donna.

Quello che più colpisce è forse l’ironia e l’eroismo del protagonista maschile, il quale una volta scoperto il tradimento della giovane moglie
con un uomo della sua stessa età, accetta il bric à brac esistenziale e ricomincia a vivere, come tutti i protagonisti del film, ma
ognuno in direzione diversa.

Siamo lontani anni luce dall’ happy-end al quale oggi siamo abituati e che ci fa dormire sogni tranquilli. L’Italia Cine-Realtà degli Anni 70’ non era certamente meno complessa dell’attuale, ma era veramente ITALIANA.

Come dimenticare l’intreccio Amore & Amicizia di C’eravamo tanto amati
film di Ettore Scola anno 1974 Anche qui il buonismo resta fuori dalla
trama: è il tradimento più cocente in un cous-cous di amore e amicizia in un’Italia rivoluzionaria ma non troppo - rappresentata da Nicola,
il tipo tutto valori e ideali - i cui cambiamenti scorrono sulla piccola cinematografica in un racconto tra l’accelerato cambiamento culturale e le prospettive mutate dei protagonisti.

Non era un cinema ricco di escamotage tecnici, questi sono state a volte volutamente abbandonati in favore di un aderimento totale alla realtà del tempo.

In Ladri di biciclette, ad esempio, molti sono attori non professionisti e lo stesso Bruno all’epoca del film, era un attore in erba eppure i suoi occhi possono da soli rappresentare e racchiudere l’intera trama del film.

Del 1969 è un altro film diretto dal maestro Monicelli:
La ragazza con la pistola, semplicemente da vedere.
L’ilarità e la parlata autoctona di una Monica Vitti, straordinaria protagonista del film, accompagnano lo spettatore dall’Italia all’Inghilterra, durante le carambolate ossessive di una donna del Sud abbandonata e per questo in cerca della vendetta corporale come nelle migliori tradizioni da manuale per chi vive molto a sud.

Vi è, dunque, un solo modo per comprendere lo spirito italiano di ieri e la crisi dell’attuale, e questo passa attraverso il cinema dei bei anni andati. Debora Francione


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• Breve lista dei nostri Film consigliati •

• Ladri di biciclette, di Vittorio De Sica, 1948.

• Romanzo popolare, di Mario Monicelli, 1974.

• C’eravamo tanto amati, di Ettore Scola, 1974.

• La ragazza con la pistola, di Mario Monicelli, 1968.

• Amarcord, di Federico Fellini, 1973.

• Le notti di Caribia, Federico Fellini, 1957.

• Nuovo cinema paradiso, di Giuseppe Tornatore, 1988.






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