SALEMI (Trapani) Sicily • Art • Vittorio Sgarbi presenta la 1a capitale dell'Italia Unita 11 / 31 May 2010

Venerdì 7 maggio 2010 | 00:00
SALEMI La città oggi amministrata da Vittorio Sgarbi 1a capitale dell'Italia Unita - TUTTI gli EVENTI giorno per giorno

Martedì 11 maggio 2010
Napolitano a Salemi - Partecipa alla riapertura del Palazzo Municipale, all'inaugurazione dei musei della Mafia e del Risorgimento, e alla mostra sui Paesaggi d'Italia realizzata in collaborazione con il Fai

SALEMI - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Salemi
martedì 11 maggio 2010

La visita ufficiale fa parte delle iniziative per la celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Napolitano giunge in città alle 12,40 e si ferma per circa 1 ora e mezza.

La visita del Presidente si conclude in Piazza Alicia dove il sindaco Vittorio Sgarbi porge il saluto a nome della Città e lo studioso Michele Ainis fa un intervento sul valore della COSTITUZIONE.
In serata, a Villaragut, una delle più antiche e prestigiose dimore nobiliari della città, si terrà un cocktail di gala con circa 500 invitati provenienti da numerose regioni d'Italia. In occasione della visita di Napolitano, infatti, giungono a Salemi centinaia di personalità del mondo della politica, della cultura e dell'imprenditoria che hanno accolto l'invito di Vittorio Sgarbi.

La Storia di Salemi e l'Unità d'Italia
Salemi è stata la 1a capitale d'Italia.

Il 14 maggio del 1860, poche ore prima della celebre battaglia di Pianto Romano tra i «Mille» di Giuseppe Garibaldi e l'esercito borbonico, il Generale, dalla sede del Palazzo Municipale (lo stesso, da poco restaurato, che visita il Capo dello Stato), nominandosi «Comandante in capo delle forze nazionali in Sicilia», emanò un decreto in cui dichiarava di assumere i poteri della Dittatura in nome del re Vittorio Emanuele II°. Con un altro decreto ordinò «la leva in massa di tutti gli uomini validi dai 17 ai 50 anni», istituendo la Milizia Nazionale.

- - - Salemi fu dunque il 1° Paese ad inalberare il tricolore - - -

La notte tra il 13 e il 14 maggio Garibaldi fu accolto nel Palazzo
del Marchese Gaetano di Torralta, da poco restaurato, la cui riapertura al pubblico è prevista Venerdi 14 maggio 2010

Di queste notizie vie è testimonianza in numerosi libri.

Giuseppe Cesare Abba nella «Storia dei Mille» scrive: «A levata di sole, il giorno appresso che era domenica, la colonna si mise in cammino… verso Salemi.

La salita lassù fu faticosissima, però quando le compagnie vi giunsero, provarono un forte compiacimento.
Tutta la gente aspettava gridando: “Garibaldi ! Garibaldi !...
Le campane squillavano a festa e una banda suonava delle aree eroiche.

Via via che le compagnie giungevano nella piazza si trovavano avvolte da uomini, da donne, persin da preti; e tutti abbracciavano, molti baciavano, molti porgevano boccali di vino e cedri meravigliosi . . . Intanto gli artiglieri avevano già impiantato una sorta di officina, dove lavoravano a costruir gli affusti per i cannoni di Orbetello…»

Ancora Abba, nel libro nel libro «Da Quarto a Volturno.
Noterelle di uno dei Mille» nella cronaca della giornata del 13 maggio del 1860:

«…Quando muovemmo dal campo di Rampingallo eravamo aggranchiti per aver dormito là come capitammo… arrivando fummo accolti da una folla d'uomini, di donne, di fanciulli. Quasi non si sentiva la banda che suonava il trionfo…»

Nello stesso libro, nella cronaca della giornata del 14 maggio 1860 a Salemi, Abba annota: «Il Generale ha percorso la città a cavallo.
Il popolo vede lui e piglia fuoco… Il Generale ha assunto la Dittatura…»

- - - - Riapertura del Palazzo Municipale - - - -

Mostra «La Sicilia, il suo CUORE », ritratti d'autore di Leonardo Sciascia

Il Presidente Giorgio Napolitano arriva a Salemi alle 12,40 nella Piazza antistante il Municipio, là dove Garibaldi nel 1860 assunse i poteri della Dittatura. Qui la banda musicale intonerà l'inno d'Italia.

Presenti, simbolicamente, 1000 RAGAZZI in camicia ROSSA.

Subito dopo sotto l'androne del Palazzo Municipale il Presidente scopre una lapide commemorativa del 150° voluta da Vittorio Sgarbi.

A seguire inaugurazione della fotomostra «La Sicilia, il suo cuore», ritratti d'autore di Leonardo Sciascia, in collaborazione con l'omonima Fondazione.

La visita di Napolitano coincide con la riapertura del Palazzo Municipale fino ad oggi chiuso per lavori di ristrutturazione.

Da Piazza Dittatura Napolitano si sposta in via D'Aguirre per inaugurare il Museo del Risorgimento, il Museo della Mafia e la mostra «Paesaggi d'Italia»in collaborazione con il Fai

- - - - Il Museo del Risorgimento - - - -

Costituito nel 1860, riapre dunque al pubblico martedì 11 maggio 2010 nella ricorrenza del 150° dell'Unità d'Italia. E' allocato in quello che un tempo fu il Collegio dei Gesuiti.
Il Museo, con nuovi allestimenti, ripropone le vicende che a partire dalla rivoluzione del 1848 hanno portato alla nascita di uno Stato unitario nella forma di Monarchia costituzionale guidata da Vittorio Emanuele II.
E' diviso in 2 sezioni, il 1848 e il 1860, all'interno delle quali sono esposte in maniera organica le fonti documentarie tratte dall'Archivio Storico Comunale di Salemi, che evidenziano il ruolo fondamentale avuto dalla città di Salemi e dai suoi concittadini che hanno partecipato con ruoli e funzioni diverse al percorso risorgimentale e all'ingresso il 14 maggio 1860 di Giuseppe Garibaldi e dei suoi “picciotti” in città, dove non a caso, viene proclamata la Dittatura in nome di Vittorio Emanuele II Re d'Italia.
- - - - Il Museo del Risorgimento - - - -
Il Museo è arricchito da una collezione di sciabole, fucili, baionette, trizzalore del periodo e da tele raffiguranti alcuni dei picciotti salemitani che si unirono a Garibaldi accompagnandolo nella sua impresa. Presenti anche alcune tele di “decurioni” che con deliberazione del Consiglio civico del 14 maggio 1860, nell'aderire alla causa Nazionale, con l'unanimità di voti manifestarono al Generale Giuseppe Garibaldi riconoscenza per avere spontaneamente assunto la difesa della Sicilia, e di pregarlo a volere prendere la Dittatura del Paese per assicurarne l'ordine e la libertà, cacciando i satelliti del dispotismo Borbonico.
- - - - il Museo della Mafia - - - -
Nato da un'idea di Vittorio Sgarbi, occupa inizialmente 11 sale del 1° piano del Collegio dei Gesuiti, situato in via D'Aguirre, nel pieno centro storico della Città di Salemi.
Oliviero Toscani ne ha studiato il logo: una macchia di sangue a forma di Sicilia. Direzione artistica affidata a Nicolas Ballario, allestimenti e progettazione all'artista Cesare Inzerillo, mentre il coord. generale a Elisabetta Rizzuto.
Il percorso museale inizia con 10 stazioni, 10 cabine elettorali dentro ognuna delle quali viene trattata Cosa Nostra legata a vari elementi: dalle stragi al rapporto con la religione, dalle intimidazioni alla gestione di energia e acqua. E poi ancora il carcere, ruolo della famiglia, politica, informazione, sanità.
Poi si passa alla sala «Palermo Felicissima», dentro la quale Cesare Inzerillo ha riprodotto un vero e proprio abuso edilizio, che culmina nella mummia di un morto ammazzato dalla mafia incastonata in un pilone di cemento. Ai lati del tunnel, da una parte le fotografie della Palermo devastata dall'edilizia selvaggia, dall'altro le immagini di quando poteva dirsi una delle città più belle del mondo.
Continuando si trova una sala allestita interamente con sculture di Inzerillo, altre mummie, cadaveri legati a Cosa Nostra che sembrano ancora aggrappati ad una vita presunta. Nelle sale successive un labirinto conduce alla storia cronologica di Cosa Nostra attraverso la riproduzione di centinaia di pagine di quotidiani riportanti i più significativi eventi di mafia degli ultimi 150 anni.
Poi la sala delle pale EOLICHE: un manto erboso anziché un pavimento, che sembra continuare naturalmente attraverso le proiezioni che abbracceranno tutte le pareti, con i paesaggi devastati dall'eolico, impresa nella quale la mafia si è riciclata e continua indisturbata e silente i suoi affari.
Nelle 3 sale dedicate alle mostre temporanee, un'esposizione di Patrick Ysebaert, pittore fiammingo che ha riprodotto in 80 opere le più celebri vittime della mafia, ritraendole in momenti della Sicilia di oggi che continua a vivere; e ancora la mostra di Gaspare Mutolo, tra i più importanti pentiti della storia di Cosa Nostra, che attraverso 10 opere racconta la Sicilia vista da mafioso prima, da carcerato poi e infine da uomo libero. In una intervista riprodotta all'interno del Museo, Mutolo racconta dei quadri che dipingeva a nome del boss Luciano Liggio.
Al termine del percorso, nella sala espositiva del Museo, si vedranno documentari e interviste dei protagonisti della storia di Cosa Nostra.
Gli allestimenti sono stati curati da S.re Denaro e Chiara Donà dalle Rose.

- - - - La Mostra Paesaggi d'Italia - - - -
al Collegio dei Gesuiti si apre la mostra Paesaggi d'Italia. Foto di Renato Bazzoni - a cura di Vittorio Sgarbi,in collab.con FAI / Fondo Ambiente Italiano.

La mostra, org. da Comune di Salemi con la direzione di Giada Cantamessa, affronta il tema della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio. L'articolo 9 della Costituzione Italiana diviene oggetto di riflessione attraverso suggestivi percorsi multimediali che presentano, per la 1a volta al pubblico, gli scatti realizzati da Bazzoni, fondatore del FAI insieme a Giulia Maria Mozzoni Crespi nel 1975, durante gli anni della sua militanza per la Tutela del Paesaggio e del patrimonio storico Artistico Nazionale.

L'esposizione intende così sottolineare l'intreccio tra una grande natura e una grande storia che ha determinato in Italia il diffondersi di una pluralità di Paesaggi Naturali che rappresentano un patrimonio da difendere e ancora, in gran parte, da valorizzare.

Alla fotomostra, che avvolge i visitatori immedesimandoli nei diversi contesti naturali attraverso un allestimento contemporaneo e minimalista con proiezioni di circa 300 immagini, citazioni sospese, recitate e sottofondo musicale, si aggiungono filmati inerenti agli interventi di recupero del FAI di luoghi salvati e ora soggetti alla tutela della Fondazione.

Le torri del castello Normanno che ospitano una sezione dedicata ai «Luoghi del cuore» - il censimento nazionale del FAI che giunge alla sua 5a edizione - oltre a presentare un percorso su alcuni beni che sono stati censiti dagli italiani negli anni precedenti e riportati dal FAI a nuova vita, coinvolgeranno in prima persona i visitatori a cui sarà chiesto di segnalare tramite le apposite cartoline il loro «luogo del cuore» da salvare nel 2010.

- - - - L'opera «Stracci d'Italia» di Michelangelo Pistoletto - - - -

In collab. con la Fondazione Sambuca, all'interno del castello sarà esposta un'opera dell'artista Michelangelo Pistoletto, ovvero una bandiera italiana composta da stracci dei tre colori del vessillo nazionale. L'opera dal titolo «Stracci d'Italia», realizzata nel 2007, sarà collocata nella medesima torre cilindrica da dove fu issato il primo tricolore dell'Italia Unita nel 1860.

Gli stracci per Michelangelo Pistoletto hanno da sempre avuto un ruolo molto mportante nelle sue opere. L'opera più conosciuta è la «Venere degli stracci» del 1967, riferimento per la storia dell'arte contemporanea. Il percorso del maestro all'uso degli stracci continua con il «Muro di Stracci» del 1968 e prosegue attraverso opere ed azioni iniziate con il Concerto di stracci del 1968 fino ai giorni nostri. Basti ricordare il recente «Concerto di stracci» realizzato con Gianna Nannini a Minsk in Russia, nel 2008.
L'uso degli stracci vuole essere una risposta alla tendenza iconoclasta imposta negli anni '60 sia dall'arte concettuale che da quella minimalista. Un materiale povero come gli stracci acquista dignità divenendo un mezzo di espressione in cui l'idea stessa di materiale viene sovvertita e rappresenta l'ingresso della vita di tutti giorni nell'arte. Lo STRACCIO perde quindi un significato di materiale povero, per divenire attraverso la sua manipolazione e trasformazione elemento compositivo, in Opera d'arte dai significati nobili, come «Stracci d'Italia», opera presentata per l'occasione, che diviene attraverso la sua interpretazione un vessillo nazionale.

- - - - La Mostra «W Garibaldi» - - - -
Garibaldi riletto in chiave contemporanea sotto la lente deformante del sarcasmo e del paradosso. E' quello che hanno fatto 2 giovani artiste siciliane, Danila Leotta e Fiammetta Maniscalco, protagoniste di una singolare mostra negli spazi espositivi del Collegio dei Gesuiti.

- - - - La Mostra sulla storia dell'Arma dei Carabinieri - - - -
Il «Centro Studi Salvo D'Acquisto» martedì 11 maggio nei locali dell'ex Chiesa Madre in Piazza Alicia, inaugura una mostra itinerante denominata «Carabinieri patrimonio delle comunità - 200 anni di storia», per conoscere gli avvenimenti passati e recenti dell'Arma dei Carabinieri. L'obiettivo è quello di divulgare il percorso storico e artistico dell'istituzione nata nel 1814 e diventata ai giorni nostri indispensabile, riaffermando i valori e i principi sui quali è stata costituita. Alla mostra oggetti quali divise, buffetteria, stampe, fotografie e articoli vari in parte di proprietà del Comando Generale dell'Arma Dei Carabinieri e in parte del Centro Studi che ha una sua collezione privata.

Commenti

Devi eseguire il Login per pubblicare un commento

Questo articolo non e' ancora stato commentato

Lascia un commento!