Raffaello verso Picasso Vicenza (Veneto) Basilica Palladiana Vicenza superlativo museo dei musei • until 20 Jan 2013

Mercoledì 26 dicembre 2012 | 12:22
Raffaello verso Picasso Vicenza (Veneto) Basilica Palladiana until 20 Jan 2013

Sviluppata in 4 ampie sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento. Lo sguardo inquieto), la mostra racconta quella vicenda attraverso immagini celebri.

- dai ritratti e dalle figure per esempio di Fra' Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora tra gli altri di Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo arriva fino agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard fino a Giacometti, Balthus, Bacon e Freud.

Solo per dire di alcuni tra i moltissimi che compongono a Vicenza questo superlativo museo dei musei.

Ma non generico, e invece dedicato all'immagine universale dell'uomo tra sacro e profano.

Tra vita quotidiana e celebrazione di sé nella regalità delle corti, tra sentimento religioso e rappresentazione della propria immagine negli autoritratti, soprattutto tra 800 e 900.

Il ritratto che nasce dal coprire un'assenza, che diventa baluardo in vita di fronte all'assenza della vita. Non a caso la riflessione operata da Goldin nel suo libro, parte dai ritratti del Fayum nell'Egitto dei primi secoli dopo Cristo.

Natura dipinta, con molte esposizioni e molti libri.

Venuto un tempo in cui ho sentito la necessità, forte, di confrontarmi con qualcosa che ha sempre suscitato in me una risonanza dilagante.

Questa mostra non è in alcun modo una storia del ritratto, anche se il ritratto dipinto ne costituisce l’elemento cardine e centrale. Non lo è, perché mai ha voluto esserlo. È invece il racconto dello sguardo. Dei molti sguardi che ho incontrato studiando la pittura.

Da quelli abitati dallo spirito divino di Fra’ Angelico, fino a quelli, ciechi e pieni di corpo esposto, di Francis Bacon. Per questo motivo, nelle pagine che seguono, ho ragionato tanto a lungo, da diversi punti di vista, proprio sullo sguardo. Che è il vero tema centrale, il nodo attorno a cui la mostra si compone e si dispone. E che, spero, non lascerà indifferenti.

Lo sguardo spiegato anche nella filosofia, nella poesia, nella letteratura in senso più ampio. Lo sguardo che non è solo osservazione di occhi stupefatti, ma è anche parte del corpo, sua estensione nello spazio, contatto con l’aria che si definisce nei colori della visione.

Lo sguardo è una meravigliosa complessità, e per questo ho voluto dedicarvi una mostra e alcuni capitoli di questo libro. Una volta ancora, il desiderio di raccontare.

E nel proporre il titolo di questa esposizione, come un moto verso luogo, ho scritto Raffaello verso Picasso. Per me, il senso di un andare da una perfezione quasi apollinea nella rappresentazione di un volto, a quello di palese rottura della forma e riorganizzazione entro canoni diversi. L’andare dall’incanto rinascimentale all’inquietudine novecentesca. Non a caso, l’ultima sezione della mostra è la sola dedicata a un secolo identificato.

Perché negli ultimi anni dell’Ottocento avviene una frattura, si attua lo stacco rispetto a quella lunga tradizione della forma che l’aveva resa inviolabile, immortale.

Quando invece la forma si spezza, sussulta, si fessura da ogni lato sotto la spinta prima di Cézanne e poi naturalmente dei cubisti.

Si scardina l’idea di una purezza che veniva dal tempo, lontanissimo ormai, di Botticelli e Raffaello.
Per questo nel titolo c’è quel verso, a indicare un punto di partenza e un parziale punto di arrivo, a indicare un percorso lungo secoli.

A indicare la complessità di una storia carica di suggestioni.Che si tende dallo sguardo svuotato di vita del Cristo deposto, a quello altero eppure confidente di un re.

Da quello di una donna seduta sull’erba fino a quello, interrogante e attonito, di una figura che appare in una casa borghese. Dalla certezza dell’essere nel mondo dentro l’armonia rinascimentale, all’incertezza di essere colui, o colei, che interroga con lo sguardo.
Forse sbaglio, ma non ho voluto coltivare solo l’ambizione della storia. Nelle quattro sezioni in cui la mostra si articola, le presenze invece sono spesso variamente combinate e intrecciate.

Seguendo il filo delle derivazioni, delle desinenze ma anche dell’incanto. Certo, una storia del ritratto emerge da tutti questi quadri, nelle soste che la mostra fa attorno a figure fondamentali. Per cui, chi la voglia leggere in questo senso, troverà utili, seppur non complete, motivazioni.

Ma per chi voglia andare anche oltre, e riconoscere in tanti volti la pienezza appunto dello sguardo, questa mostra rappresenterà un emozionato viaggio dentro la coscienza più profonda. Che è appartenere al mondo e ugualmente sentire di far parte dell’infinito.
Un lungo viaggio. Che comincia nella Firenze d’inizio Quattrocento e prosegue poi, attraversando secoli e contrade di tante Nazioni, fino a giungere a una casa davanti all’oceano.

Su una piccola collina, dove il vento spazza l’erba della fine dell’estate. Sguardi che si rincorrono, volti sui quali si è posato, o abbattuto, il tempo. In tutti loro si può leggere, senza dubbio, il procedere della storia dell’arte, il gusto finissimo della pittura e la sua evoluzione.

Comprendendo come ogni secolo sia dalla diversità e pur tuttavia dalla continuità con quello precedente. Osservando ogni quadro, si potranno scoprire le peculiarità di ogni scuola, di ogni artista, di ogni Nazione. Sentire il battito forte del talento che si esprime, la sua pienezza raggiunta, l’essenza di quei volti e di quelle figure. E avere così, nella vastissima distensione dei secoli, l’idea di cosa sia stato dipingere un volto. Appunto, creare un ritratto.

Anche quando quel volto stava a capo di un corpo, che si esprimeva attraverso la sua presenza nello spazio del mondo. Ma soprattutto, questa avventura interminabile, è dedicata allo sguardo. Alla sua incertezza, al suo dichiararsi, al suo essere se stesso, al suo ripararsi. Perché lo sguardo si prende cura, protegge. E questa mostra, volendolo in ogni modo, è il racconto di uno sguardo che ama. E toglie dal pericolo.

Marco Goldin, Prologo in forma di (quasi) privata confessione (dal catalogo della mostra)

www.lineadombra.it/raffaello-verso-picasso/la-mostra

ORARI MOSTRA
Nuovi orari prolungati
validi dal 26 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013

- dal lunedì al giovedì: h 9-20
- venerdì, sabato e domenica h 09-21

Lunedi 31 dicembre 2012 - la mostra aperta dalle h 10 alle 02

Martedi 1 gennaio 2013 h 10-20
PRENOTAZIONI
Tel. +39 0422 429999 - Fax +39 0422 308272
biglietto@lineadombra.it


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